Mercoledì 20 marzo il convegno “Zoom ERTomografy nel grembo di Venezia, metodi di indagine nel sottosuolo” parla di ERT (Tomografia Elettrica di Resistività), la tecnica di ricerca geofisica non invasiva che permette di individuare densità e volumi all’interno del substrato lagunare e che è alla base del progetto di ricerca della Terza Colonna di San Marco e di analisi delle fondamenta di piazza San Marco, la cui composizione è finora sconosciuta agli studiosi e alla città.
La leggenda vuole che il capitano veneziano Jacopo Orseolo Falier, recatosi in Medio Oriente al fine di combattere la Seconda Crociata, tornasse da quei territori portando con sé tre colonne bizantine da offrire in dono all’allora doge Domenico Michiel. Al loro arrivo, le colonne furono scaricate nel porto principale della città, di fronte al Palazzo Ducale sulla stessa piazza San Marco. Durante il procedimento, una delle colonne cadde in acqua a causa di una tempesta imprevista e fu definitivamente perduta.
Sono 900 anni che riposa sul fondo lagunare, invisibile agli occhi.
La sua ricerca si chiama Progetto Aurora.